Il Bel Paese oramai è spaccato in due, tra chi urla l’abolizione e chi protegge il diritto alla sopravvivenza .
Qualcosa non ha funzionato, ma qualcosa ha funzionato.
Blocchiamo tutto o miglioriamo il meccanismo?
Una cosa è certa, se a 17 avessi avuto un reddito garantito, la mia vita sarebbe stata diversa.
Era il 1993, la crisi era iniziata nel 92. Falcone e Borsellino, il referendum, le elezioni politiche con la Lega che vince e le forze di governo che perdono, Mani Pulite, la crisi della lira. L’Italia va giù con tutte le sue aziende.
L’attività di mio padre comincia a barcollare. La tensione in famiglia si fa sentire. Non posso più chiedere neanche due spiccioli per andare al cinema o giocare a calcetto. Nessun problema, abbiamo una casa e da mangiare, ma dentro me suona un allarme che non avevo mai provato prima.
A scuola stavo andando male e in primavera mi ritiro. Sento il bisogno di lavorare.
Mi propongo a un agenzia per la vendita di enciclopedie porta a porta. Faccio un breve corso interno all’azienda e carico di entusiasmo comincio a lavorare. Camicia, cravatta e valigetta e inizio il primo giro, a Pirri, frazione periferica della città di Cagliari.
Porte in faccia, maltrattamenti, insulti a non finire. Testimone di Geova, imbroglione e chi più ne ha più ne metta. Non riesco a entrare in nessuna casa.
Per un ragazzo di appena 17 anni alle prese con il primo lavoro, non male come inizio.
Torno in Agenzia, racconto tutto. Voglio mollare. Il mio capo si propone di accompagnarmi il giorno dopo.
Riandiamo a Pirri, stesso caseggiato. Gli dico: ” qui non ti fanno entrare, son tutti maleducati”. Il mio capo ride sotto i baffi, suona il primo campanello, dice due cose e lo fanno entrare subito. Resto sbigottito. Appena il giorno prima mi avevano detto che non avevano tempo da perdere.
Fa il suo colloquio, non vende, ma ottiene contatti.
Andiamo avanti, nuovo campanello, stessa storia. Cosi per tutta la giornata. Riesce a entrare praticamente in tutte le case ed ottenere contatti e a vendere perfino due enciclopedie. Mette in tasca una provvigione 600.000 lire in una giornata . E io senza parole.
Torniamo in agenzia e mi spiega il perchè dell’accaduto. Il modo di porsi, l’atteggiamento da assumere, l’impostazione della voce, le parole da dire e sopratutto le domande da fare. “Chi domanda comanda”, mi diceva. Sembra una lezione di teatro…e forse lo era.
In soli due giorni ho capito una lezione che mi servirà per tutta la vita. Dipende da me! Sono io il responsabile delle mie gioie e dei miei dolori. Voglio imparare in fretta.
Mi do da fare e dopo l’accompagnamento inizio a imparare la tecnica. Riesco a entrare nelle case e a parlare del più e del meno pronto a tirare fuori il deplian delle enciclopedie.
Amavo un enciclopedia che si chiamava “scoprire per conoscere”, per i bambini. Mi divertivo a raccontare le tecniche utilizzate dal ragno per tessere la ragnatela e di come la volpe si liberasse delle zecche.
In tre mesi di lavoro riesco a vendere 9 enciclopedie. Lontano dai numeri di un buon rappresentante, ma riesco a pagarmi il viaggio a Parigi con i miei amici.
Che soddisfazione.
A Settembre torno a scuola, ma sono una nuova persona. Ho trovato una chiave importante per la mia vita. Infatti faccio terza, quarta e quinta promosso a Giugno senza se e senza ma. Mi diplomo e parto militare. Nei Parà, ma questa è un altra storia.
Oggi a 47 anni mi chiedo, se avessi avuto il reddito di cittadinanza o qualsiasi tipo di aiuto garantito, sarei andato a cercarmi lavoro? E sopratutto sarei andato a farmi insultare ? E sopratutto avrei insistito ?
Sono sicuro che non sarei neanche andato a cercarmelo quel lavoretto e chissà se la vita mia avrebbe dato altre occasioni preziose come quella.
Sulla base della mia storia mi viene da pensare che forse ai giovani sarebbe meglio lasciare un po di paura. Quella sana paura che dalla notte dei tempi ha fatto evolvere la natura umana .
La fame aguzza l’ingegno, sarà sempre così!